E’ un po’ di tempo che non scrivo. Il Covid ti obbliga ad essere pragmatico e non ti lascia tanto spazio per le cerimonie. Ogni giorno si cerca di avere del lavoro per il giorno dopo programmando e ottimizzando al meglio la macchina organizzativa per non lasciare ulteriori tempi morti fra un operazione e l’altra ma è un lavoro sfiancante e non rimane tanto tempo o energie per fare della filosofia.

Ieri però è stata una di quelle giornate che fanno scricchiolare le dita se vedo una tastiera. Perché ho avuto l’ennesima conferma che non è possibile accontentare tutti ma che, soprattutto, provare a farlo è una pessima idea.

Abbiamo recuperato un auto che poi il cliente ha preferito portare altrove, forse dove sono più inclini ad accettare certe dinamiche che noi rifiutiamo a prescindere. Ma questo non è rilevante oggi. Abbiamo rimesso tutti i “ciottolini” dentro l’auto e l’abbiamo salutata qualche giorno fa. Senza rimpianti. Oggi il galantuomo che la possiede mi ha chiamato accusandomi immediatamente di aver smarrito dei ricambi che avevamo smontato per fargli un preventivo più corretto possibile. Al di là di chi abbia sbagliato o meno, di chi abbia ragione o torto e di come risolveremo la faccenda, la cosa che mi interessa e sulla quale mi sono scervellato, fino a trovare pace in queste righe, è il modo in cui mi è stato detto. E sono arrivato alle mie conclusioni immaginandomi la scena al contrario, ovvero come mi sarei comportato io al suo posto. Parto sempre dal presupposto che si può sbagliare tutti e men che meno lo facciamo per forza in malafede. Perciò dare per scontato che si è fatto un errore dandoci per questo dei disonesti senza nemmeno ascoltare le nostre argomentazioni, è la cartina di tornasole di chi vive abituato a sentirsi rinfacciare certe cose.

Noi per fortuna abbiamo una concezione diversa del nostro lavoro e del modo di rapportarci con gli altri, siano essi dipendenti, collaboratori o clienti. Se qualcuno può aver commesso degli errori ha sempre necessariamente il beneficio del dubbio. Le persone che invece con la prepotenza credono di poter passeggiare sopra la nostra dignità perché hanno in mano i soldi o semplicemente perché nel loro mondo si usa fare così, se ne possono andare tranquillamente a farsi risolvere i problemi altrove. Nessuna crisi, nessun Covid, nessuna peste bubbonica potrà metterci nelle condizioni di diventare così ingiusti. Ho seguito diversi corsi imprenditoriali dove si impara a rapportarsi nel modo corretto con i clienti ma per certi soggetti c’è un modo solo: indicargli la via di uscita. E’ vero, i tempi sono cambiati. Quando il mio vecchio socio Ascanio si permetteva il lusso di indicarla ai clienti più maleducati c’era la fila delle auto in attesa di essere riparate. Oggi i nostri piazzali, soprattutto in questo periodo, hanno fin troppo posto e perdere un lavoro può fare la differenza fra avere a fine mese uno stipendio oppure no. Ma nessuno stipendio potrà mai essere alternativo alla dignità di chi onestamente cerca di fare da sempre al meglio il proprio lavoro.

Per fortuna domani è Pasqua e metteremo da parte certi dispiaceri, ridando un significato positivo alla parola passione, sicuri come non mai che la prepotenza non vada combattuta, ma abbandonata a se stessa.

Auguro a tutti di passare questi giorni con le persone che si meritano la vostra compagnia.

Buona Pasqua.