C’era una bella pubblicità della Gilette che diceva “la prima lama alza il pelo e la seconda lo rade più a fondo”. Esattamente quello che siamo costretti a fare per garantire ai nostri clienti una tutela completa quando si presentano situazioni grottesche come le ultime due cause finite ancora una volta in vacca per la Compagnia di Assicurazione, la quale sperava di liquidarci con un obolo e si è trovata a pagare il doppio del dovuto. E la coda.

Chi ci conosce sa perfettamente che nella nostra carrozzeria un danno può essere caro ma non artefatto. Siamo abituati a farci pagare per la qualità che facciamo, non ad inventarcela a seconda di chi paga. Non c’è alcuna possibilità che un danno da noi calcolato in 1.500,00 euro in realtà lo si possa liquidare con 300,00. Come non esiste al mondo che un mezzo valutato sul mercato 5/6.000,00 euro lo si tenti di liquidare come se ne valesse 1.500,00. Come avrebbe detto il nostro mentore Ascanio, “…non siamo allevati a bucce di cocomero”.

Eppure questo è quanto aveva valutato nei casi precedenti il “professionista” incaricato dalla compagnia di Assicurazione Zurich, tanto per fare un po’ di pubblicità.

Magari a veicolo composto è comprensibile fare una stima approssimativa ma davanti alla documentazione che forniamo in seguito ad ogni nostro intervento a perfetta regola d’arte, sempre disponibile con il servizio trasparenza 360° per i nostri clienti, oltre che per l’assicurazione chiamata in causa a risarcire il danno, ci sono solo due vie possibili: quella di prenderne atto e pagare, o quella di fingere di essere ciechi e negare il pagamento. Nel 95% dei casi le compagnie abituate a trattare con il nostro consulente prendono la via giusta, la prima.

Nel restante 5% purtroppo siamo costretti ad usare la seconda lama, quella che rade più a fondo, rivolgendoci ad un giudice tramite uno studio legale di nostra fiducia. Legale che per il suo lavoro percepirà un lauto quanto meritato compenso, come lo percepiranno altre figure chiamate in causa per dirimere la questione. Il tutto facendo crescere inevitabilmente il costo dei sinistri che si tradurrà in un ingiustificato aumento delle polizze, appesantendo inoltre ulteriormente la macchina della giustizia che avrebbe da fare a sufficienza anche senza il nostro inutile disturbo. Inutile perché in causa non portiamo niente di nuovo rispetto a quanto già dimostrato alla compagnia prima di intraprenderla.

A dire il vero constatare la condanna di un giudice o vedere la stessa compagnia che paga prima della sentenza, sulla base di una documentazione già in loro possesso ma con 2/3 anni di ritardo, andrebbe definito ben diversamente da inutile ma non vogliamo affrontare una causa civile per insulti variopinti.

Poiché in questo giochino dove c’è davvero poco da ridere si fatica tutti ad arrivare a fine mese, soprattutto in questo periodo, vedersi negare un pagamento senza motivo apparente non ammette compromessi: ai nostri occhi è un tentato furto. E come tale andrebbe trattato.

Visto che si parla sempre di lotta alle frodi, come li vogliamo chiamare i tentativi di pagare una cena in un ristorante stellato con i soldi sufficienti per sfamarsi al McDonald? Quante cause vinte servono per togliere l’arma a chi cerca ripetutamente di ferirti? E per uscire dalle metafore, che differenza c’è fra chi cerca di farsi pagare un fanale in più da chi cerca di pagarti un fanale in meno?

Quando le Compagnie di Assicurazioni si scelgono i collaboratori, tengono conto di questi aspetti o conta solo quanto questi gravano sulle loro casse? O peggio ancora, quanto questi sono bravi a farsi belli sulla pelle degli artigiani onesti? Siamo perfettamente coscienti che esiste da sempre anche la situazione opposta nel “creativo” mondo artigiano, ma non è che per punire un ladro si possa far scontare la pena ad uno onesto fingendo che la media del pollo a testa sfami sia quello che ne mangia 2 che quello che ciuccia le ossa.

Se nella nostra azienda avessimo un collaboratore che ci espone continuamente a certe figure barbine, avremmo preso provvedimenti da tempo. Ma pare che in determinati ambienti, certi atteggiamenti al contrario facciano curriculum.

A noi che da sempre combattiamo questo malcostume, in un senso o nell’altro, non resta che fare di tutto per raderlo al suolo. Se utilizzare una lama o due purtroppo non spetta a noi deciderlo.

P.S. Per gli addetti ai lavori

Proprio questa mattina ho appreso che magari una soluzione alternativa c’è… D’altronde un perito non è mica per sempre come il diamante.

https://www.ilcarrozziere.it/blog/2021/11/il-carrozziere-puo-chiedere-la-sostituzione-del-perito-e-la-compagnia-deve-comunque-liquidare-il-danno-il-tribunale-di-genova-spiega-come-fare/