I primi ad abbandonare questa lettura saranno sicuramente i delusi dal fatto che in realtà non sto per rivelare niente di segreto o piccante che riguardi me o la carrozzeria.

Semplicemente abbiamo aderito alla piattaforma Auting di car sharing tra privati ( https://auting.it/ ) mettendo a disposizione le nostre auto quando non vengono utilizzate come cortesia per i clienti.

Dopo qualche settimana di test, è arrivata finalmente la prima richiesta. Ovviamente come per tutte le prime volte, c’era un po’ di apprensione nel capire l’approccio richiesto in una situazione non esattamente identica a quella che fa scopa con un sinistro stradale. Così ho cercato di soffocare i demoni del pessimismo cosmico che mi fa spesso compagnia, secondo i quali l’auto sarebbe stata ovviamente rubata/distrutta/ incenerita da uno sconosciuto superterrorista, e ho mantenuto un atteggiamento fiducioso e propositivo.

Questo però non ha risparmiato la mia leggendaria situazione fantozziana da gestire.

Una volta accordati sulle condizioni, il soggetto che avrebbe noleggiato l’auto mi chiede per messaggio se ci fosse qualcuno disponibile ad andare a prenderlo al Porto a Livorno alle 18.30, dove sarebbe sbarcato dalla nave Moby Lines. Potevo esordire con un NO al mio primo esperimento? Sia mai. Quando arrivo al porto chiedo al personale di servizio quale sia il molo al quale attraccherà la nave in questione e la risposta da il via ufficiale alla mia personale caccia al tesoro: “da dove arriva il suo amico, dalla Corsica o dalla Sardegna?”. Ovviamente non poteva esserci UNA SOLA NAVE dello stesso tipo che arrivava alle 18.30… almeno due, e che diamine!

Mi accorgo che il suo numero telefonico indicato nelle nostre conversazioni non è di un cellulare e non mi può essere utile in quel momento.

Inizio a ribalzare come una pallina da ping pong fra un molo e l’altro per vedere da quale nave iniziano a scendere per prima i passeggeri. Nell’avvicinarmi vengo fermato da un pistolero livornese addetto alla sicurezza, il quale mi intima di non andare oltre, manco fossimo nel Far West.

Nel mentre cerco di spiegargli la mia classica situazione da ago nel pagliaio, mi sorpassa il primo passeggero uscito dalla prima nave arrivata, al quale non faccio in tempo a mostrare il foglio A4 che avevo orgogliosamente abbellito con nome e cognome del turista noleggiatore. Penso fra me e me che ci sono due navi piene di persone da sbarcare, vuoi che fosse proprio il primo? Nel dubbio provo comunque a chiamarlo ma lui si allontana indifferente. Mi volto nuovamente e inizio a mostrare il mio foglio in pieno stile serie TV americana a tutti i passanti.

Mentre il fiume di turisti continua a defluire dalle navi, vedo il giovane primo passeggero tornare indietro con aria interrogativa e d’istinto gli corro incontro in piena sindrome da Carramba che Sorpresa, scoprendo che il superterrorista che mi figuravo era un educato venticinquenne della Normandia, zaino in spalla e tanta allegria.

Nel tratto che ci separa dalla carrozzeria, alterniamo racconti di vita passata a quelli di ferie presente e dove si ferma il mio scolastico inglese, compensano le mie italiche braccia.

Quando arriviamo a destinazione per fare le pratiche mi rendo conto che lui è sicuramente più preparato di me sull’argomento. Sono tentato di fargli compilare anche i documenti, tanto è disinvolto nella situazione.

Alla fine ci salutiamo e lui prende la sua via. Il giorno dopo mi sento in colpa per non avergli saputo suggerire a caldo alcuni posti topici da visitare in una settimana nella nostra unica Tuscany. Rimedio con un messaggio.

Dopo una settimana ci accordiamo per Whatsapp sull’orario della riconsegna e in quell’occasione scopro che l’esercito Normanno si è moltiplicato. Li accompagno all’aeroporto da dove il giorno dopo spiccheranno il volo verso Rouen.

Sarà che abituati a barcamenarsi fra le comprensibili difficoltà di chi ha bisogno dei nostri servizi in questo periodo complicato, le folli diatribe per degli spiccioli con le Compagnie di Assicurazioni che poverine, da questo periodo si sono solo arricchite, i sotterfugi di assicuratori lungimiranti come i cavalli da trotto che dopo aver svenduto un diritto del proprio assicurato cercano di convincerlo che gli hanno pure fatto un favore, e via delirando in una sorta di corsa a ostacoli verso un incasso che ha le stesse proprietà dell’ossigeno, ma ritrovarsi in una sorta di Bed & Breakfast con le ruote e aver a che fare con un giovane sorridente con poche domande e il conto già saldato, è stato sorprendentemente gratificante.

Ecco, non era mia intenzione ma alla fine senza volerlo, un po’ di Auting l’ho fatto davvero. E se siete in giro per l’Italia, fatelo anche voi: potreste perfino incontrare noleggiatori simpatici come me.