E’ sempre istruttivo partecipare ai convegni organizzati da Federcarrozzieri, figuriamoci ieri che era quello nazionale. Innanzitutto, al contrario dei dormiveglia organizzati (un tempo) dalle Confederazioni tradizionali, in queste occasioni si registra sempre il tutto esaurito e il clima è quello di una festa anche quando viene lanciato un allarme serio come quello (sempre più) attuale della canalizzazione forzata e delle immancabili clausole vessatorie nelle polizze assicurative.
L’interlocutore deputato ad ascoltare questo appello è LA POLITICA che, avendo il compito di “produrre le regole del gioco” e vigilare su di esse, può prendere spunto dalle nostre osservazioni per normare meglio un mercato altrimenti squilibrato dalla posizione dominante di un soggetto rispetto ad altri. Nel nostro caso, neanche a dirlo, il soggetto che gode di ottima salute sono le Compagnie Assicurative che però con il loro comportamento rendono complicata la vita degli autoriparatori e dei consumatori.
Ora, a me la questione è sempre sembrata piuttosto semplice e non riuscivo a capacitarmi fino a ieri pomeriggio di come a distanza di 5 anni dall’approvazione di una legge che sancisce il DIRITTO ALLA LIBERTA’ DI SCELTA DEL PROPRIO RIPARATORE DI FIDUCIA e ALL’INTEGRALE RISARCIMENTO DEL DANNO SUBITO, si potessero ancora vedere nei contratti assicurativi le primitive clausole vessatorie che di fatto ne attenuano la portata con limitazioni all’indennizzo di ogni sorta, senza che un giudice, un politico o anche un passante, si precipitasse nelle loro Direzioni Generali per chiederne la cancellazione seduta stante, pena il ritiro della licenza di operare in questo settore.
Invece ieri mi ha spiegato un autorevole esperto di diritto che il problema sta tutto nel fatto che in legge, ogni cosa che non è vietata, è consentita. Per cui il cliente ha diritto a quanto sopra MA alle compagnie NON E’ VIETATO fare l’esatto opposto di ciò che prescrive la legge. Una roba da psichiatria bella e buona.
Un po’ come dire che per legge una persona ha diritto a esprimere il suo voto nelle urne ma che allo scrutinante non è vietato ingoiare la scheda appena compilata se il voto espresso non gli piace. Mi sembra di risentire un mio amico maratoneta che, sentendosi poco bene durante la corsa, mi accusò di non avergli detto che non era opportuno prendere il latte con il muesli a colazione prima di correre. A quella rimostranza aggiunsi che non gli avevo neppure sconsigliato di mangiare il cinghiale con le olive a colazione! Eppure mi pare ovvio che non gli avrebbe giovato prima di correre 42 km…
Per tornare a bomba, dunque, siccome le compagnie di assicurazioni “non ci arrivano”, poverine, bisogna che il legislatore aggiunga che non si può mangiare il cinghiale con le olive prima di correre una maratona, ovvero che, avendo il danneggiato DIRITTO ALLA LIBERTA’ DI SCELTA DEL PROPRIO RIPARATORE DI FIDUCIA e ALL’INTEGRALE RISARCIMENTO DEL DANNO SUBITO, di conseguenza è VIETATO IMPORRE LA SCELTA DEL CARROZZIERE CONVENZIONATO e LIMITARNE IL RISARCIMENTO CON QUALSIASI CLAUSOLA INSERITA NEL CONTRATTO ASSICURATIVO.
LA POLITICA regionale e nazionale accorsa in sala si è resa disponibile ad adoperarsi affinché questo accada il prima possibile (direi che due righe e 5 minuti sarebbero sufficienti), dicendosi sbigottita nell’apprendere questa situazione, e noi tutti abbiamo preso felicemente nota dei volti e dei nomi di chi si è impegnato in questo senso. Perché come ha perfettamente ricordato Tommaso Caravani nella veste di moderatore della giornata, “questo è un palco pesante, chi ha fatto delle promesse in precedenza, gli ha sempre dato seguito in modo coerente”.
Poi ci sarebbe il discorsino dell’arbitro, ovvero delle autorità di garanzia come l’Ivass che davanti a questa situazione si comportano come il peggior sordo che non vuol sentire e che se in cinque anni non sono riuscite a fare nemmeno un ruttino, sarebbe meglio che cambiassero mestiere per il bene di tutti. Anzi, di quasi tutti. E forse il problema sta proprio in quel quasi.